BARBARA - GIOCHI DI BIMBI

Erano sedute al baretto di piazza Bologna , intente a rinfrescarsi con una bibita alla frutta in cui galleggiavano i resti del ghiaccio consumati dal caldo . Come ogni pomeriggio ,  da una settimana ormai, grossi nuvoloni invadevano l'azzurro del cielo forieri di un ennesimo temporale in arrivo. L'aria cominciava ad avere quell'odore intenso di pioggia afosa , con qualche venatura di zolfo appena avvertibile. Giulia imperturbabile e rassegnata si girò verso la sua amica dicendole < muoviti a finire che rischiamo di inzupparci prima ancora di arrivare all'ingresso della metro> ; accorgendosi dell'aria pensierosa della sua amica le diede un buffetto sulla spalla destra ma non ottenne risultati.
<No , perchè io gli uomini non li capisco più > esordì all'improvviso Barbara.
Sgranando gli occhi Giulia esplose in una delle sue risate , che si aprivano come le corolle di un fuoco d'artificio.
< andiamo bene > le rispose tra un singulto e l'altro <pensa che è la stessa cosa che si dicono gli uomini tra di loro riferendosi a noi donne>
<Ho sempre più la convinzione che ormai viaggiamo su binari paralleli , che solo un terremoto potrà far incontrare> Giulia si alzò decisa mentre finiva la frase , si avviò alla cassa per pagare il conto e si trascinò dietro l'amica che ancora cincischiava sulla sua difficoltà di comprensione del genere maschile.
Mentre attraversavano le strisce il chiacchiericco di Barbara diventava sempre più indistinto , e Giulia si trovò a seguire un pensiero che ormai l'aveva convinta sempre di più .Il suo atteggiamento non era offensivo nei confronti della amica. Sapeva già cosa avesse causato l'ennesima presa di coscienza, un altra storia finita male , o meglio , mai cominciata.
Si ricordava troppo bene di quando anche lei era giunta alla stessa conclusione , qualche anno prima.
Si lasciarono dopo due fermate e ognuna prese la propria macchina per tornarsene a casa.
Intanto , come previsto , cominciarono a piovere grossi goccioloni di acqua tiepida dal cielo , raffiche di vento aumentarono la loro forza e il cielo era ormai una coltre tutta grigia.
Arrivata  a casa Giulia parcheggiò la propria auto nel seminterrato e raggiunse il proprio appartamento dalle scale interne. Si chiuse la porta alle spalle e come sempre sintonizzò la radio sulla stazione preferita , slacciandosi nel frattempo i sandali , raggiunse la sua scrivania e accese il pc.
Mentre scorreva le mail accavallò le gambe vi appoggiò entrambi i gomiti , aprendo le mani a calice per sostenere il suo viso . Era la sua posizione preferita quando la mente lasciava andare , come cavalli liberati da un recinto , i suoi pensieri. Decise di impulso di scrivere una lettera alla sua cara amica , disperata e frustrata.
Digitò l'indirizza mail sulla barra del destinatario e lasciò fluire le sue convinzioni maturate negli ultimi dieci anni della sua vita .
Cara Barbara
La verità è che agli uomini piace giocare. Stanchi delle resposabilità quotidiane , disfatti dalla routine , dalle frustrazioni cercano lo svago di pochi minuti per ritrovarsi bambini spensierati.  E' come trovarsi al luna park e decidere di fare un giro di giostra . Anche pochi minuti di spensieratezza puà donare loro un pò di allegria. Qualcuno magari ha degli hobby , tipo andare a pesca ....ecco c'è chi va a pesca nei laghi  o nei fiumi e chi invece butta l'amo tra la gente.
Sai , mi hai fatto venire in mente un episodio di tanti anni fa quando avevo da poco superati i cinquanta.
Mi trovavo a guidare nel traffico della Colombo , avevo da poco superato l'obelisco , in direzione sud. Era il classico traffico delle cinque più o meno , canticchiavo tamburellando con le dita sul volante, appresso a chissà quale canzone e ridacchiavo leggendo degli sms di una amica. Mi si avvicina un Suv scuro e un uomo belloccio , con un simpatico sorriso abbassa il finestrino e butta là una frase sul tempo .  A onor del vero mi ero già accorta di lui , mi aveva già sorpassata da sinistra a destra rallentando più volte per trovarsi alla mia stessa altezza nella fila. Chissà perchè decisi di rispondergli , un sorriso io un altro lui e mi chiede di prendere un caffè insieme . Intanto scatta il verde io rido e gli dico di no. Accelero , mentre la fila prende velocità e vado. Dopo circa un chilometro  me lo ritrovo a fianco , <dai > mi dice <voglio conoscerti , se questo bigliettino entra , nonostante il vento, mi devi chiamare>. Detto fatto , ormai le macchine avevano anche acquistato velocità , lancia il bigliettino ripiegato e me lo ritrovo sul sedile destro. Io continuo fino a casa e il bigliettino è li che mi stuzzica . Il giorno dopo decido di chiamarlo e accetto il suo invito a prendere un caffè . Simpatico , molto , anche carino . Chiacchieriamo del più e del meno , gli guardo le mani , non ha la fede ,però a quel punto gli chiedo se è sposato . Lui abbassa lo sguardo e mi dice di si . Al che mi alzo lo ringrazio del caffè e mentre vado via gli chiedo del perchè si sia messo a fare lo scemo . Sai cosa mi risponde amica mia? che gli piacevo , che gli andava di scherzare e che mai più avrebbe pensato che il bigliettino finisse sul serio nella macchina e soprattutto la variabile era se  avessi deciso di chiamare.
Quindi ....come vedi ....voleva giocare . Il divertimento è tutto lì . Il problema è che qualche volta il pesce abbocca e poi devono solo decidere se tirarlo su o lasciarlo andare .
Il problema cara Barbara è che spesso le donne oggi decidono di ingoiare l'amo perchè sono libere di farlo , ma questa è una libertà che appartiene a pochi . Soprattutto è una libertà che gli uomini non sanno gestire .

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