- Giulia si guardava i piedi attraverso l’acqua che li lambiva frusciando. La sabbia scorreva tra le dita e ad ogni ondata i granelli si rotolavano l’uno sull’altro ora sommergendoli ora scoprendoli .Rivoli di sudore le lambivano i fianchi scaldati dal sole di fine luglio. Dietro le lenti aranciate si godeva appieno la sua prima giornata di vacanza . Scrutò con attenzione la sua pelle ancora pallida e si disse ridacchiando< se non sto attenta mi ritroverò del colore dei gamberi sulla brace> si allontanò dal bagnasciuga e si sdraiò sul lettino giallo del lido “il Girasole”Alzò le gambe per aria e vi spruzzò l’acqua abbronzante che le ricadde addosso in mille goccioline rinfrescanti.Si rigirò sul lettino per meglio allungarsi verso il pacchetto di sigarette poggiato sul ripiano dell’ombrellone , ne sfilò una dal pacchetto , l’accese e l’aspirò avidamente. <dovrei smettere di fumare > si rimproverò < ma chi se ne frega > si rispose per l’ennesima volta .Dopo un’oretta decise di alzarsi e andare al baretto per prendere un caffè , si avvolse nel pareo rosso e s’incamminò lesta verso il chiosco a pochi metri distante . quattro chiacchiere con il barista mentre il liquido denso scivolava lungo il bicchierino monouso e ritornò al suo lettino. Sorseggiava il suo caffè con gusto perdendosi con lo sguardo nel volteggiare degli anelli di fumo di un’altra sigaretta. Un senso di irrealtà la circondava , non riusciva a capacitarsi di non aver telefonate da fare , mail da spedire , riunioni da programmare, aveva davanti due settimane tutte per sé, dopo circa cinque anni che non si concedeva uno straccio di vacanza. <mmmmm> rimuginò dubbiosa< avrò mica nostalgia del lavoro?>Stirò involontariamente le labbra in un sorriso aspirando con voluttà l’aria iodata e calda e centellinando i suoi profumi lungo la gola fino a colmarne i polmoni. Era stanca , stanca fisicamente ma soprattutto mentalmente, aveva voglia di silenzio di pace di serenità. Voleva solo ritrovarsi , immergersi nella sua anima e uscirne rinnovata. Desiderava con tutta se stessa ritornare a sorridere , anzi a ridere dal profondo del cuore , ridere veramente con gioia. Erano stati duri quei cinque anni , solitari , a volte disperati. Quando le capitava di ripensarci si vedeva nel fondo di un barile scuro e maleodorante, con le mani sanguinanti per i tentativi di sollevare un coperchio che sembrava sigillato per sempre. La luce le mancava la luce più di ogni altra cosa.Una vita vissuta a fare le scelte in funzione degli altri fin dalla sua adolescenza non poteva essere messa da parte come si fa con un vestito dismesso e consunto . Non c’era nessun raccoglitore per la differenziata con su scritto “ progetti falliti” , ridacchiando all’immagine si chiese < di che colore sarebbe stato tale raccoglitore? Grigio come cenere del camino ? > Comunque una cosa aveva imparato a fare in questi anni a ridere di sé , a non prendersi troppo sul serio e soprattutto a sentire il mondo con tutti suoi sensi. Gioire di un tramonto , dell’acqua che la bagnava durante una pioggia improvvisa , di un buon bicchiere di vino, di una serata con le amiche , di un panorama inaspettato. Aveva imparato a gustarsi ogni minuto della giornata e delle sue insonni notti . Si era allenata bene , a dir il vero , durante un anno intero in cui non aveva mai chiuso occhio , sembrava incredibile al solo ripensarci. Passeggiate notturne con qualsiasi temperatura, caffè e sigarette a iosa e il corpo che non avvertiva più nemmeno la stanchezza .Un incubo !Aveva caldo , si stiracchio’ e si avviò correndo verso il mare a lunghe falcate, sollevando nuvolette di sabbia, senza fermarsi si tuffò nell’acqua fresca godendo dell’abbraccio tonificante delle onde increspate dal vento . Si avvitò su se stessa lasciandosi sommergere dalle acque verdeazzurre , riemerse fluida , leggera allungandosi sulla superficie con il viso rivolto al sole calante. Lo fissò ad occhi semichiusi , servendosi delle ciglia per ombreggiarli e filtrarne i raggi , era luminosissimo . <voglio il sole , rivoglio il sole nella mia vita >LP inedito (tratto da Racconti Randagi )
 
Io sono certa che nulla più soffocherà la mia rima il silenzio l'ho tenuto chiuso per anni alla gola come una trappola da sacrificio , è quindi venuto il momento di cantare una esequie al passato Alda Merini "da LA TERRA SANTA"
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