MARIA - L'ULTIMO RESPIRO

In fondo lo sapevo , quel pensiero mi risaliva all'improvviso , come un rigurgito  alla gola, alla mente ; era lì apparentemente nascosto , quieto come addormentato , viscido come un serpente nel momento dell'allerta , prima di mordere : era la paura !
Paura viscerale , che si snodava lungo circuiti mentali , strisciava lungo le vertebre e arrivava fino alla cervicale ,  da li si irradiava come fulmini in una sera di temporale. I sorrisi , i momenti di allegria riempivano i momenti di stasi , illudevano  per brevi attimi  , la mia vita , ma sotto strisciava la consapevolezza di non essermene liberata. Lo sapevo ,  era li e si manifestava  nella  certezza e nella convinzione , fasulla , di aver raggiunto la serenità . Ero brava a prendermi in giro da sola , brava davvero ; così brava da riuscire a convincere tutti coloro che mi stavano intorno che ormai stavo bene .
Riempivo la mia vita di mille impegni , di progetti e di chiacchiere , di mare , di valli , di sole e di pioggia . Vivevo , ma non ero io . Io proiettavo tutti i giorni il mio ologramma sul mondo , ma in fondo ero già morta e nessuno se ne accorgeva. Lo negavo a me stessa ogni secondo , ogni istante che potevo ,  eppure c'erano dei momenti in cui i conati si facevano più frequenti , tanto da bruciarmi la gola e mi sfinivano fisicamente e mentalmente . Non avevo , non trovavo , in quegli istanti terribili , risorse per continuare . La paura mi spossava , mi annientava , mi uccideva lentamente , inesorabilmente , spietatamente .
Così ,seduta sulla poltrona, con gli occhi rivolti alla portafinestra che si affacciava sul lago, bevvi il calice della mia debolezza e attesi , piangendo  per la mia vigliaccheria , l'ultimo respiro .

5° classificato sez racconti  al Concorso Una Perla per l'Oceano 22 dicembre 2013

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