LAURA - LA PIETRA

  • Il  pulsare del suo cuore si era allineato al ritmo delle gambe che cadenzavano con regolarità
    Il passo sull’asfalto sbreccato . Si addentrò lungo un sentiero sterrato che costeggiava il fiume con le sue anse tortuose che comparivano e scomparivano tra i giunchi , le acacie , e qualche timida violetta stentata.
    Il sole , particolarmente luminoso, donava riflesse argentei sparuti, alle acque ancora torbide delle recenti piogge. Ciafff  , un piede scuoteva l’immobile pozza d’acqua di un lieve avvallamento dello sterrato , un muggire lontano rompeva l’aria frizzante  del mattino e interrompeva per un attimo i pensieri che le turbinavano nella mente , mentre gli occhi , dietro a lenti scure , scrutavano senza veramente vederli , gruppi di bufale addossate l’un l’altre nei  laghi melmosi e fetidi  della radura che le si apriva davanti . Guardò l’ora sul suo smartphone che non l’abbandonava mai e decise che poteva rallentare il passo , lentamente riportò il suo respiro ad un livello lento  e regolare , deviò verso la riva più bassa del fiume , si appoggiò ad un ramo levigato e indurito dalle intemperie e dal sole e  lo usò per i suoi esercizi di stretching e di defatigamento . Vi si adagiò nel punto più largo , bevve un paio di sorsi d’acqua dalla borraccia e inspirò profondamente  colmando   i polmoni fino all’ultimo dei suoi alveoli rovinati dal fumo .
    Un ultimo refolo e il vento si placò permettendole di godere del calore di una mattinata assolata e imprevedibilmente calda . Quasi impercettibilmente la mano si ritrovò a rovistare tra la spiaggia sassosa fermandosi su una piccola e irregolare pietra.
    Calda , liscia , forte eppur morbida al tatto. Grigia di quella sfumatura che va dal blu carta da zucchero all’acciaio brunito evidenziava delle strane striature luminose come swarosky buttati alla rinfusa su un panno di velluto. La strinse più e più volte nel palmo della sua mano sinistra godendo dei suoi contorni lisci e irregolari , aveva la forma  pseudo ovale leggermente schiacciata su uno dei suoi lati più corti , poteva sembrare un laghetto di montagna in miniatura .
    <Ma le pietre hanno un’anima?> si sorprese a chiedersi sorridendo con un ghigno amaro . Ma certo pensò , guardandola, circa 7cmq , quanti anni ci saranno voluti per trasformarla in un sasso liscio , morbido , smussato , quanti decenni per evidenziare quelle strie luminose , quasi beffarde . Sarà appartenuto ad una montagna imponente , che si stagliava impavida verso un cielo inclemente? Tempeste , fulmini , pioggia , neve e grandine avranno scosso la massa temeraria , sole acceccante , luminoso rovente, avrà forgiato , plasmato , e domato questi centenari strati di pietra dura . E un giorno chissà come una parte di questa maestosa montagna si sgretola , si sfalda, rotola rovinosamente verso il basso e qui si frange in mille pezzi più piccoli . Trascorrono migliaia di notti , di tramonti , di albe , si alternano stagioni e la pioggia battente si raccoglie in rivoli forti , trascinando con sé sterpaglie , foglie e pietre . Quante stagioni avranno travolto questa scaglia dispersa , sperduta , alienata.
    E ora qui tra le queste mani, ciottolo tra tanti , riscaldi per un attimo pensieri erranti .
    LP inedito tratto da RACCONTI RANDAGI

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