PAOLA - L'AQUILA

  • Lei si ergeva statuaria in tutto il suo splendore , mentre risaliva la riva della piccola spiaggia quasi deserta.
    Dorata dal sole,  la pelle che riluceva sotto i suoi raggi che si riflettevano attraverso le miriadi di goccioline salate che la ricoprivano, il corpo flessuoso si allungò sul pareo arancio cercando la posizione più comoda sui piatti sassi bianchi e grigi .
    L'anziano pescatore la osservava , delineando il suo corpo con uno sguardo incuriosito usando gli occhi come pennelli sui contorni della giovane donna. Seduto all'ombra sparuta di un ulivo centenario analizzava tutti i dettagli di quella femmina  magnifica,  si soffermava sui lunghi ricci ramati fino al serpente tatuato sulla caviglia destra. La donna emanava una energia potente che si rifletteva nei suoi occhi color del mare al mattino , c'era un che di selvaggio in lei  che riportava alla mente racconti di antiche saghe celtiche, di folletti e di streghe .
    Non c'era la benchè minima malignità nella mente dell'anziano che la osservava , non pulsioni sessuali , bensì la pura e semplice attrazione verso una creatura espressione della bellezza e della forza della natura. 
    Ogni mattina l'uomo aspettava l'arrivo della donna e rimaneva per ore a guardarla affascinato . Non era una spiaggia molto frequentata e per buona parte della mattinata erano solo loro due e il mare.L’azzurro della distesa d’acqua , sul filo dell’orizzonte ,si spezzava all’apparire di  una vela bianca  che filava tesa dal vento, scomparendo ben presto dietro al promontorio aspro color ocra che delimitava la spiaggia sulla sua destra , uno stormo di cornacchie si alzò in volo danzando leggero seguendo la corrente aerea, il sole  lanciava strali di calore che marchiavano come lame roventi la pelle , in lontananza si udiva il richiamo di un pastore che riuniva il suo gregge di caprette e il verso di un asinello che arrancava lungo una mulattiera sterrata e polverosa.
    Il pescatore preparò per l’ennesima volta il suo cavalletto da pittore tentando di dare una forma alle emozioni che gli turbinavano in testa, voleva raffigurare la donna ma non riusciva , era una settimana che ci provava senza alcun risultato; troppe le emozioni che lo pervadevano , sensazioni contrastanti a cui non riusciva a dare forma , l’energia che lei emanava non aveva limiti , aveva bisogno di metabolizzarla.
    Mentre  si arrovellava guardando rassegnato la sua tela bianca e vuota un raggio solare si fece largo tra le foglie dell’ulivo che lo sovrastava lasciando un’ombra come una spatolata esitante .  La lama di luce attraversando il fogliame carico di frutti dell’albero lasciò l’impronta di un’ala frastagliata sul candore della tela. Con un carboncino consumato il vecchio pescatore cominciò a delineare il volto della donna e mentre scendeva disegnando il suo tronco si ritrovò  a sottolineare l’immagine  possente di un’aquila  reale . Si soffermò sorpreso dai tratti vigorosi che era riuscito ad imprimere sulla tela , il volto della donna , il suo sguardo diretto e fiero la parte superiore del suo corpo che si immergeva nel piumaggio  del volatile e terminava nelle gambe  forti e muscolose  con i piedi che si trasformavano in artigli decisi  .
    Tutte le emozioni che lo avevano pervaso in quei giorni si diffusero sul dipinto abbozzato che aveva davanti, l’immagine di una creatura mitologica metà umana metà aquila  , era la raffigurazione della libertà e della forza e negli occhi splendidi diretti e sognanti la consapevolezza di una solitudine senza rimedio .

    inedito di LP(tratto da Racconti Randagi )

Nessun commento:

Posta un commento