SABRINA - IL SOGNO

  • La valigia ancora da completare adagiata a metà del letto, alla base dello stesso 4 paia di sandali gettati alla rinfusa, Sabrina girava da una stanza all’altra del suo appartamento con una smorfia di impazienza sul suo bel viso stanco
    < cavolo è la seconda volta che vado in bagno e non ricordo perché> si ritrovava sempre più spesso a parlare da sola ultimamente <segno dell'età> si disse con ironica rassegnazione.
    Questa era la parte meno divertente del partire per le vacanze decidere cosa mettere in valigia.
    <basta> si disse all’improvviso sempre più nervosa, riprese tutti i vestiti dalla valigia , li ripose ordinatamente nell’armadio chiuse la valigia e la riportò nel ripostiglio. Scelse una morbida sacca di pelle consumata color cognac vi infilò un bikini, un pareo , un completino intimo la borsetta con le sue creme viso- corpo, spazzola per capelli e spazzolino da denti e la rinchiuse decisa.
    Indossò un paio di shorts di lino spalmato color ghiaccio vi aggiunse un bel top di seta rosso che le lasciava la schiena scoperta , infilò un paio di sandali rossi rasoterra , inforcò gli occhiali da sole e afferrò uno dei suoi amati foularoni mille usi. Controllò rapidamente la chiusura delle imposte , di aver staccato tutte le prese e si assicurò di avere tutti i documenti e le carte di credito nel suo portafoglio .Si rinchiuse la porta alle spalle e ridendo come una bambina che ha combinato una marachella volò letteralmente giù per le scale del suo palazzo in via Posillipo.
    <ma che importa comprerò tutto ciò che mi servirà al momento quando sarò a Ischia>
    Si sentiva leggera e piena di energia correndo verso il taxi che l’attendeva. Arrivata al molo Beverello pagò la corsa e si diresse verso l’aliscafo sorrise al pensiero delle sue vacanze che cominciavano. Al porto d’arrivo
    l’attendeva una delle caratteristiche Ape con i sedili di cuoio e allegre tende gialle. Sabrina respirò l’aria tiepida e salmastra che le stuzzicava le narici e osservò la luce del giorno che si stemperava nelle morbide tinte di prima sera. Finalmente giunta al suo albergo di fronte al castello aragonese sbrigò tutte le pratiche al banco della reception dove l’impiegato la accolse con un sorriso di benvenuto e ben ritrovata. Le avevano riservato come sempre la camera al primo piano centrale e vista mare con uno splendido terrazzo che affacciava direttamente sulla spiaggia dell’albergo. Sabrina vi entrò , non aveva voglia di cenare aprì la portafinestra e si concesse degli attimi di relax sulla terrazza. Rientrò in camera si buttò sul letto e si addormentò sfinita.
    Un chiarore caldo la svegliò , disorientata si guardò intorno e realizzò presto che si trovava già nel suo albergo preferito. Si alzò lesta fece una lunga doccia chiamò per farsi portare la colazione se la fece servire sul terrazzo e se la gustò lentamente. Gli ultimi due anni erano stati veramente duri e snervanti, il suo lavoro di corrispondente freelance di un noto giornale la portava dall’Europa all’America e viceversa , interessantissimo ma stancante. Si dedicò all’igiene dei suoi denti , infilò l’unico costume che aveva portato , avvolse il pareo intorno ai fianchi e scese in spiaggia. Scelse con cura il suo lettino calcolando lo spostamento del sole e si sdraiò soddisfatta stiracchiandosi come una gatta. Aveva un solo desiderio, riposare riposare riposare. Dopo circa un’ora si immerse nelle fresche acque del mare e si concesse una lunga e vigorosa nuotata, si posizionò a favore del sole e si addormentò . Le succedeva sempre così , arrivava al punto di esaurire tutte le sue  energie e poi aveva bisogno di ore e ore di sonno per recuperare appena smetteva di lavorare. A tratti si svegliava lasciando che i suoi pensieri seguissero tutte le strade che volevano senza fermarli , si snodavano tortuosamente e liberamente. Percorreva così tutte le esperienze lavorative e rivedeva tutte le persone che aveva incontrato per lavoro o per svago, ma senza soffermarsi più di tanto non aveva voglia di analizzare vagava insieme ai suoi pensieri senza meta.
    Trascorse così una settimana senza nemmeno uscire dall’albergo e spesso si addormentava senza cenare . In compenso divorava vorace colazioni abbondanti e  pranzi gustosi. Lunedi della seconda settimana accese il suo palmare e come immaginava trovò tra altre la mail della sua amica Cristine. La chiamò e si mise d’accordo con lei per raggiungerla al porto l’indomani .  Decise allora di uscire e si dedicò allo shopping nelle boutique preferite dell’isola comprando dei vestitini e relativi accessori . Un nuovo costume pareo e dei frivoli completino intimi , ritornò in albergo e si concesse una lunga seduta presso la Spa dello stesso . finalmente si sentiva in forma.
    La mattina dopo preparò una borsa con il necessario per una giornata in barca , compreso un cambio per la serata , di certo , conoscendo Cristine avrebbero cenato in qualche rinomato locale. Si fece accompagnare al porto dove l’aspettava un marinaio con il tender dello splendido veliero di proprietà della sua amica , che portava il suo stesso nome.
    Cristine l’aspettava a braccia aperte , la strinse forte in un caldo abbraccio e cominciarono a parlare e a ridere senza sosta, fino a che John il marito della sua amica con un finto rimbrotto le fece smettere. Sabrina lo abbracciò con tenerezza e mentre si girava si ritrovò a fissare un paio di inquietanti occhi verdi, profondi e sconosciuti  
    Appartenevano ad un uomo sulla cinquantina , fisico snello , poco più alto di lei , capelli brizzolati tagliati corti . Un viso interessante né bello né brutto , che emanava un fascino selvaggio, da predatore . Un sorriso ironico delineava le labbra morbide e sensuali , la pelle liscia e curata mostrava appena un accenno di  barba. Sabrina lo guardò di nuovo negli occhi e ne rimase incatenata allo sguardo . Si perse in meandri torbidi , in oscure profondità marine che delimitavano come grate la sua essenza di uomo. Trasalì all’improvviso quando riuscì a scorgerne per un attimo un riflesso di sofferenza profonda , lacerante e devastante, fu un attimo  e Sabrina si chiese se lo avesse  solo  immaginato .  Cristine la riscosse dalle sue riflessioni e le presentò L’uomo come Luca , amico del marito e commercialista delle loro attività. L’uomo le strinse la mano con dita forti e asciutte , aveva delle belle mani con dita lunghe e nervose e una bella presa decisa.
    Sabrina non ebbe tempo di riflettere più di tanto fu coinvolta dal chiacchiericcio di Cristine sul programma della giornata e si allontanò con lei in una delle cabine , mentre Luca e John si immersero in una conversazione di lavoro . Il veliero intanto si era allontanato dal porto in direzione di Capri e la giornata trascorse tra nuotate e tuffi nelle acque verdeazzurre del Mediterraneo , lunghe chiacchierate al sole con la sua amica e una leggera colazione . A sera attraccarono al porto di Capri , sarebbero andate a cena all’Anema e Core famoso ristorante dell’isola e punto di ritrovo di personaggi più o meno famosi . Sabrina indossò un vestitino di seta con lo scollo all’americana  che le arrivava appena sopra al ginocchio , in mano i sandali che avrebbe calzato  appena arrivata al molo e  una pochette, si calò nel tender dove l’aspettavano gli amici . Di Luca non c’era traccia e ne rimase stranamente delusa . Il locale era strapieno , ma si godettero la serata serenamente , mangiarono di gusto , bevvero ottimo vino e cantarono insieme ad altri avventori sulle note delle più belle canzoni napoletane .  Sabrina ad un certo punto sentì il bisogno fisico di allontanarsi dalla folla , uscì dal locale e si avviò fumando una sigaretta tra le stradine caratteristiche del centro . L’aria tiepida l’accarezzava e la luna la illuminava dolcemente , si ritrovò nella piazzetta e sedette sulle scale dell’ex duomo di Santo Stefano e si perse sulla colorata folla che la riempiva. Si sentiva bene , rilassata e decise di godersi quel momento di completo isolamento , pur tra tanta gente. Una voce la riscosse all’improvviso facendola trasalire < pensavo di non trovarti >  si girò e incontrò di nuovo lo sguardo di Luca. Si persero per un istante immemorabile l’uno negli occhi dell’altro , come in apnea e senza scambiarsi ulteriori parole avvicinarono le loro bocche per chiuderle con un bacio profondo e avido . Le mani leggermente appoggiate sulle spalle di Luca , Sabrina si sciolse nell’umida morbidezza delle sue labbra , ne aspirò con ingordigia il profumo della pelle e gli si strinse addosso con abbandono totale. Intanto lui le sfiorava delicatamente il volto come a volersi accertare della sua reale esistenza , i polpastrelli le segnavano la pelle del viso seguendone i contorni e la sua lingua esplorava in maniera dolce ma imperiosa la sua bocca. Non ci furono domande non c’erano risposte , era così che doveva andare …si erano trovati senza essersi cercati!
      Il bacio si interruppe solo per ricominciare con maggiore intensità , vagavano tra le emozioni che si scambiavano con gli umori delle loro lingue , ora frenetiche ora dolci e quasi meditabonde . Si assaporavano affamati , si gustavano mai sazi e continuavano ad inalare i profumi della loro pelle inebriandosene. Ad un certo punto si staccarono guardandosi negli occhi e si penetrarono fino in fondo all’anima senza toccarsi, fu l’incontro di due coscienze ,  di due menti più che di due corpi .  Si alzarono dai gradini e indifferenti alla folla si incamminarono di nuovo verso il locale. Cominciarono a chiacchierare delle loro vite . Avevano fretta di scoprirsi e le loro voci si sovrapponevano l’una all’altra senza sosta. Mentre  parlavano si scrutavano , si osservavano instancabili , come a voler memorizzare ogni espressione , ogni fattezza ogni movenza.
    Si unirono ai loro amici e ritornarono alla barca per trascorrervi la notte , Si salutarono e con lo sguardo si promisero l’inevitabile. Prima che riuscisse a mettersi a letto Sabrina sentì bussare alla porta della sua cabina e con un sorriso la aprì , ma vi trovà un marinaio che le consegnò un bigliettino color avorio e la salutò. Si appoggiò  sul letto e lo lesse <Sabrina , anima , improrogabili impegni mi costringono a lasciare la barca ..non posso farne a meno…ma ti ritroverò...  Un bacio Luca>                                                                                                                  
    < ecco , lo sapevo > pensò amareggiata < per una volta che mi sono lasciata andare mi ritrovo di nuovo sola con i miei sogni> Buttò il bigliettino per terra , spense la luce e cercò di addormentarsi . Non voleva cedere alla tentazione di piangere non voleva pensarci non vovleva ricordare i suoi baci e mentre lottava con se stessa scivolò in un sonno agitato .
    L’aria calda ,umida  stendeva un velo appiccicoso sulla pelle , Sabrina si  girava  insofferente tra le lenzuola stropicciate ed esauste. La mente in bilico , sospesa in un limbo afoso cercava di squarciare il velo del sonno. Allungando le braccia al di sopra del  capo  si afferrò  alla testiera  del letto  e si sentii cingere  i polsi da forti mani maschili  . trasalì , ancora sonnacchiosa ,Incredula , immobile, ansante cercando di  muovere le mani per liberarsi; era  come immersa in una patina ovattata , agitata ,ma non spaventata. Riuscii a socchiudere appena gli occhi , velati dalle ciglia sonnacchiose quando le  mani dell’uomo  cominciarono lentamente a sfiorarle  il corpo . Mani forti , nervose, dalle dita lunghe e scattanti,  decise e  nello stesso tempo delicate. Era come un arpeggiare, tocchi sfioravano la sua   pelle come a segnare ogni millimetro del  corpo, seguivano un ritmo sempre più incalzante poi a momenti si adagiavano lentamente sulle curve morbide dei fianchi come a soppesarne la compattezza e le rotondità per ritornare aperte a mò  di  ventaglio sull’addome teso nel languore di un piacere che la  stava invadendo dalle profondità delle  viscere. Non riuscivo a ricordare chi fosse , non vedevo altro che la sua ombra nel buio della stanza appena interrotto da un debole chiarore di una  mezzaluna striata di nubi dense che  si intrufolava attraverso le tende  accostati dell'oblò , eppure non ne aveva paura. Era  irretita dal suo tocco instancabile che disegnava il  corpo senza sosta ora leggero , ora persistente ma che non abbandonava mai  neppure per un istante la sua  pelle bruciante .Sabrina si  sentiva in balia di un calore secco , avvolgente che sembrava sorreggerla   e la   rendeva vaga e leggera  pronta ad involarsi  su onde di piacere mentre il tocco delle dita dell’uomo , come  spirali, la  inglobavano in una bolla sensoriale in cui l’unica musica erano gli ansiti dei loro  respiri  sempre più affrettati . Con un braccio l’uomo la  sosteneva girandola  lentamente sul lato destro e le si i appoggiò alla  schiena arcuata dalla tensione . Sabrina cercava  di trovare un punto fermo a cui appigliarsi aveva completamente perso  il senso dell’orientamento. Era  smarrita , il  corpo che  vibrava all’unisono con le sue carezze , e il tutto era senza tempo , senza spazio,  l’osmosi perfetta. Si trovava in una dimensione sconosciuta eppure così familiare , l’odore dominante dell’uomo la faceva sentire ebbra e appagata , il calore del suo corpo la rassicurava e la eccitava al tempo stesso e la trasportava verso emozioni paradisiache eppure così terrene .
    Adagiato leggero contro la  schiena della donna  le sue mani salirono verso il  seno cercandone  i capezzoli turgidi e quasi doloranti, la sua lingua calda disegnava strie bollenti sulla  nuca e la schiena e le sue mani  ricominciarono  con avidità  a percorrerne il corpo  scendendo lungo il suo addome fermandosi sul monte di venere torturando piacevolmente il suo clitoride.  Sabrina non resisteva  più e si lasciò immergere da una fiammata , come una esplosione di un vulcano mentre fiotti caldi la bagnavano come lava incandescente. L’uomo l’afferrò per i fianchi la alzò verso la sua bocca e bevve avidamente le stille opalescenti del suo piacere , leccandola e penetrandola con la sua lingua la riportò sulla soglia del piacere e si immerse completamente tra le sue gambe per non perdersi nemmeno una goccia di esso.  Il corpo di Sabrina era percorso da lunghi brividi che la lasciarono senza forze in uno stato di benessere totale , era piacevolmente esausta . Prese il suo volto tra le mani e lo baciò a lungo assaporandosi nella sua bocca e inalando il suo stesso odore , odore che impregnava completamente il volto dell’uomo. Lo attirò a sé e lasciò che scivolasse dentro di lei con tutto il turgore della sua erezione . Lo avvolse con la morbidezza della sua vagina e lasciò che la riempisse stringendo con forza i muscoli pelvici per aumentarne il piacere. Quando si accorse dell’orgasmo imminente lo guidò fino a girarlo sulla schiena prese il suo pene con la mano e lo accarezzò dolcemente portandoselo alla bocca , voleva che raggiungesse il suo orgasmo tra le sue labbra. La lingua di Sabrina percorse snervante ogni centimetro del pene dilungandosi sui punti più sensibili  e nel momento dell’eiaculazione ne succhiò avidamente i succhi fino a lasciarlo senza fiato mentre si abbandonava ansante sul letto. Sabrina voleva non finisse mai  , girandosi illanguidita allungò la mano per accarezzarlo  e la assalì un momento di smarrimento totale . era sola nel suo letto mentre il fulgore del sole aveva preso il posto del chiarore lunare e sul pavimento della cabina giaceva stropicciato un biglietto avorio su cui spiccava una grafia maschile ….
    Un sogno ...era stato solo un sogno ...




    LP(inedito tratto da racconti randagi) 

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